go

Kanji giapponese della parola Go



Per apprendere e praticare L’arte del Go: incontri settimanali pomeridiani, Istituto C.G. Cesare, via Cappuccina 68, Mestre - Ve.
Insegnante Andrea Brancaccio

Per informazioni:
Giancarlo Vìanello
cell. 368 7533016

Andrea Brancaccio
cell. 3201576901
e-mail:
andreabrancaccio01@gmail.com

 

 

 

 

 

di Andrea Brancaccio

 

Introduzione all’arte del Go


Il Go è un gioco da tavolo nato in Cina più di 3000 anni fa e portato in Giappone attorno al 700 d.C. Lo studio delle tattiche e della strategia di gioco venne ampiamente utilizzato dalla casta dei guerrieri come preparazione, morale ed intellettuale, per le operazioni di guerra.
Oggi lo studio e la pratica del Go consente lo sviluppo della memoria, della concentrazione e dell’immaginazione.
Durante una partita ai due giocatori viene assegnato un colore (bianco o nero), la scacchiera o Goban è un reticolo di 19 linee orizzontali e 19 linee verticali.
La partita comincia col Goban vuoto: sarà compito dei giocatori riempirlo, posizionando una per turno le pedine (pietre) bianche e nere con lo scopo di formare territori.
Il Go è un gioco di equilibri, un famoso proverbio tecnico dice che “chi non rispetta l’equilibrio ne pagherà le conseguenze”.
Questo precetto ha una doppia valenza, la gestione dell’equilibrio sul Goban infatti è relativa, sia al rapporto con le pietre dell’avversario, sia al rapporto tra i propri stessi gruppi.
Durante il corso di Go vengono dati gli elementi tecnici di base e la possibilità, tramite una pratica progressiva, di sviluppare uno stile di gioco consono alle proprie caratteristiche individuali.
Ci si rende subito conto che le regole non creano limitazioni alla fantasia e alla creatività dei giocatori, permettendo cosi un lavoro introspettivo di conoscenza attraverso il proprio stile di gioco.
Con la pratica continua si otterranno benefici quali, l’incremento della memoria, della concentrazione, della sensibilità e si svilupperà la capacità di affrontare problemi e situazioni critiche attraverso un approccio non lineare: tramite l’astrazione del Goban è possibile vagliare infatti diverse ipotesi e rendersi conto che nel Go, come nella vita, le soluzioni più semplici risultano spesso le più efficaci.